Muhammad Yunus è un economista bengalese che ha dato vita al moderno sistema di microcredito, un meccanismo di prestiti di modesta entità destinati a coloro che vengono tradizionalmente esclusi dalle banche perché senza garanzie.

Dove tutto ha inizio

Yunus nasce nel villaggio di Bhatua, vicino alla città portuale di Chittagong, il 28 giugno del 1940.

Dopo aver conseguito una laurea in Economia si sposta negli Stati Uniti per svolgere il dottorato e diventa per qualche anno assistente professore presso la Middle Tennessee State University.

Tornato in patria riprende la carriera accademica e dopo pochi anni, nel 1974, è diretto testimone delle conseguenze della tremenda carestia che affligge il Bangladesh: migliaia di persone si riversano dalle campagne alle città in cerca di cibo e lavoro e aumentano ogni giorno malattie e decessi.

Accompagnato dai suoi allievi, Yunus si reca nel villaggio vicino al campus per capire come poter dare una mano alla popolazione; qui scopre che circa quaranta famiglie vivono in condizioni di estrema povertà a causa di un sistema rodato di strozzinaggio.

Per poter acquistare i materiali da lavorare gli abitanti ricevono soldi dagli usurai a una doppia condizione: che accettino tassi di restituzione altissimi e che vendano i propri prodotti al prezzo imposto dagli usurai stessi. La cifra totale dei prestiti contratti è di circa 27 dollari perciò Yunus decide di saldare il debito di tasca propria.

La Grameen Bank

Stupito dal cambiamento suscitato da un simile prestito, l’economista si rivolge a diverse banche perché offrano i loro servizi anche ai più poveri, ottenendo solo rifiuti. Quindi, fa egli stesso da garante per un cospicuo numero di persone prima di arrivare a elaborare l’idea di istituire una nuova banca.

Tra il 1976 e il 1983 sviluppa la Grameen Bank, letteralmente la Banca di villaggio, prima come filiale della Banca rurale del Bangladesh, poi come istituto a sé stante.

Per l’epoca, per il paese in cui è nata e per gli elementi che ancora oggi la contraddistinguono, la banca rappresenta una rivoluzione di vasta portata:

  1. Garantisce alle donne, che costituiscono il 99% della sua clientela, di assumere un ruolo di primaria importanza nell’amministrazione economica della famiglia; inoltre, chiedendo loro di formare un gruppo con altre debitrici perché si spronino a vicenda, crea una rete di scambi e contatti utili anche in caso di difficoltà.
  2. Esige la restituzione dei prestiti, con scadenza massima di un anno, attraverso rate fisse settimanali assicurandosi così un tasso di restituzione vicino al 98%.
  3. È di proprietà delle stesse debitrici che, diventate socie attraverso l’accantonamento di una parte dei loro redditi, possono eleggere alcuni membri del direttivo.
  4. Permette a migliaia di persone di affrancarsi dagli strozzini e fondare una propria attività attraverso somme di denaro ridotte.

Il dopo Grameen

Il nuovo sistema elaborato da Yunus ha tanto successo che egli viene conosciuto in tutto il mondo come il banchiere dei poveri; la Grameen Bank apre nuove filiali in altri paesi tra cui le Filippine, gli Stati Uniti e il Sudafrica.

Nel 2006 Muhammad Yunus riceve il premio Nobel per la pace per il suo impegno nella lotta alla povertà e negli anni successivi avvia nuove collaborazioni come professore in varie università del mondo.

Forte della propria esperienza e di un incrollabile fede nelle capacità umane, estende la nozione di solidarietà all’ambito aziendale elaborando il concetto di business sociale. Si tratta di un modello economico che vede l’uomo nella sua interezza, cioè animato da slanci egoistici e altruistici e che ne soddisfa i bisogni attraverso la creazione di imprese con finalità sociali.

Definisce queste ultime come:

[…] un tipo di impresa che pone al centro del proprio operato le piaghe sociali, economiche e ambientali con cui la specie umana si trova costretta a convivere da lungo tempo: fame, mancanza di case, malattie, inquinamento, ignoranza. Per affrontarle e risolverle.[1]

Anche in questo caso, Yunus introduce un forte elemento di trasformazione: l’aiuto al prossimo, fino a quel momento delegato a enti assistenziali più che di sviluppo, diventa economicamente sostenibile grazie ad aziende che coprono i costi e reinvestono gli utili nella loro crescita o li accantonano per i momenti di difficoltà.

Oltre alla Grameen Bank, la seconda impresa che segue le idee del business sociale è la Danone, con la commercializzazione in Bangladesh di uno yogurt arricchito per aiutare a risolvere il problema della denutrizione tra i bambini. Nasce inoltre lo Yunus Centre che si occupa di diffondere in tutto il mondo le idee del business sociale.

Oggi Muhammad Yunus ha 80 anni e tiene ancora conferenze e interventi in vari paesi, continuando la sua lotta perché la povertà diventi un pezzo da museo e le generazioni future possano osservarla da lontano come facciamo attualmente con le guerre mondiali. Penso basti questo per considerarlo un esempio da seguire, non ti pare?

Se vuoi sapere qualcosina in più riguardo alla Grameen Bank e al business sociale, trovi qui sotto i link ai siti ufficiali delle organizzazioni; se vuoi invece approfondire leggi i libri scritti direttamente da Yunus (se non li trovi su Google scrivimi per avere i titoli).

Grameen Bank: http://www.grameen.com/

Grameen Bank Italia: https://www.grameenitalia.it/

Yunus Centre: https://www.muhammadyunus.org/


[1]Yunus, Muhammad, Si può fare! Come il business sociale può creare un capitalismo più umano, trad. it Pietro Anelli, Milano, Feltrinelli 2010 (ed. orig. Building Social Business: the New Kind of Capitalism that Serves Humanity’s Most Pressing Needs, New York, PublicAffairs 2010)