Ciao, mi chiamo Laura e ho una dipendenza da biblioteche.

Ecco, l’ho detto! Finalmente anche qualcun altro conosce il mio segreto.

Non ne potevo più di nascondere i libri dentro la borsa della spesa, fingendo che fossero il litro di latte che avevo scordato di comprare, persa dietro a nuove pagine.

Facevo una fatica boia a mettere giù quel maledettissimo dodicesimo libro – che a Milano più di undici alla volta non te li danno – attratta da un argomento che fino a un’ora prima nemmeno sapevo esistesse e ora sembrava il più importante del mondo.

“La vera storia di come il broccolo è diventato romanesco” o “Tecniche di sartoria per creare splendidi vestiti per i tuoi peluches”. Fichissimi!

Le ore passate a saltare da un titolo all’altro, mentre fuori il sole lasciava il posto all’imbrunire e la bibliotecaria finora gentilissima ti guardava con l’occhio tremulo e il ghigno alla Jack Nicholson: “Signora, mi spiace ma è ora di chiudere” e poi aggiungeva “da più o meno 40 minuti”.

(Però anche lei, SIGNORA BIBLIOTECARIA, se a 34 anni neanche compiuti mi chiama signora cosa si aspetta da me, che sia clemente?!?)

Il sentirsi in colpa tutte le volte che rinnovavi un prestito perché dai, chi ce la fa a leggere 11 libri in un mese? Però non per le altre persone che magari aspettavano da giorni che tu sganciassi il bottino, no, per tutte le altre migliaia di volumi che, poverini, sarebbero rimasti soli sugli scaffali senza che nessuno li aprisse, si segnasse i punti più importanti, valutasse copertina e spessore della carta.

Ma ora che il mondo sa, ho deciso! Devo fare qualcosa per porre fine a questo mio ignominioso comportamento. Ma cosa??

Un periodo di disintossicazione? Naaaa, troppo difficile.

Un corso di yoga per sgombrare la mente dal fascino del testo? Potrei, ma inizierei a pensare a timbri, fili, colori, carta, parole, lib… no, decisamente no.

Ho trovato!

Dovrei partecipare a un gruppo tipo quelli che si incontrano una volta a settimana e parlano delle proprie emozioni, si confrontano sui progressi fatti e poi si congedano, speranzosi, con grandi sorrisi.

Com’è che si chiamano?

Ah sì, gruppi di lettura!

Se anche tu sei appassionato di libri e biblioteche, non puoi perderti i miei consigli di lettura interculturali! E se hai da proporre qualche titolo, sono tutt’orecchie! Scrivimelo nei commenti o all’indirizzo info@tramedi.it.